Arredamenti indoor di design: ritornano i ruggenti anni ’20 parigini con l’impennata richiesta di allestimenti in stile Art Déco
Lo stile Art Déco è tornato alla ribalta. Moda e decorazione cadono ancora una volta sotto l’incantesimo di questo simbolo degli anni ‘20. I ruggenti anni Venti, quando le città si vestivano di architetture eleganti e geometriche, i mobili per gli interni raffinati nelle forme e nei materiali tornano a dominare le tendenze nell’arredamento.
Nel 2021 è di nuovo il nome dei nostri desideri. Una voglia altamente chic ma accessibile, che tutti possono distillare a loro piacimento a casa o gustare in luoghi popolari. Più che uno stile, l’Art Déco esprime nelle nostre stanze (moda e arredamento) una certa idea di chic, figlio dei salotti parigini dei primi del Novecento.
Qual è il segreto per avere la perfetta casa in Art Déco? Non aver paura di affacciarsi nei mercatini dell’usato e nelle botteghe dei vecchi antiquari, è proprio qui che si nascondono pezzi di pura arte che potranno donare carattere e personalità al tuo ambiente. E se saranno soggetti ad usure del tempo, questo può essere addirittura un doppio vantaggio: costeranno meno e – con i giusti accessori di riparazione, come quelli offerti da La Casa della Ferramenta, – potranno ritrovare una nuova vita più in linea con i tuoi gusti.
La definizione di stile Art Déco
Se ci fosse solo una cosa da citare per ambientare l’ambientazione tipica dello stile Art Déco, sarebbe sicuramente il suo eroe più famoso, il suo miglior testimone: Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. Lo stesso autore ha evocato questo stile come “un movimento nato nello champagne di una pace ritrovata“. Non esiste definizione migliore per definire tale movimento artistico nato dopo la prima guerra mondiale agli albori dei blasonati anni Venti. Un movimento desideroso di affermare attraverso tutte le arti (decorazione d’interni, architettura, moda …) la necessità di un’intera epoca che richiedeva leggerezza ed eleganza all’indomani delle ore più buie. Gatsby è il suo simbolo più famoso, atmosfere sontuose, glamour e chic che testimoniano idealmente questa esigenza del dopoguerra: porre fine al rigore sapiente e armonioso dei primi anni del Novecento.
L’arredamento essenziale per un interno Art Déco: gli elementi immancabili
L’Art Déco è la contrazione delle “arti decorative”. Come tale, è ormai accreditato che questo stile sia “tradizionale”, incline a “decorare” ad arte oggetti di uso quotidiano. In questo, assomiglia al liberty dei primi anni del 20° secolo, con la differenza che nello stile Liberty si lavorava per asimmetria, l’Art Deco funziona per simmetria.
Inoltre va detto che l’Art Déco è orientato più al passato che al modernismo, e per suffragare questa certezza basta ricordare questa affermazione di Le Corbusier: “L’arte decorativa, quella degli strumenti, degli strumenti belli”. I mobili Art Déco hanno ornamenti lussuosi e ordinati e danno il posto d’onore ai contrasti di colore.
Nell’architettura come nella decorazione d’interni, lo stile Art Déco impone un progressismo prezioso, incredibilmente libero, creativo e senza limiti. Una squisita originalità che gli anni ’20 sono desiderosi di rivendicare per un interno Art Déco che non teme l’eleganza all’estremo. Questo stile è espresso da materiali in mogano, ferro battuto ed ebano. La doratura domina con una propensione assertiva per l’ottone appariscente sull’illuminazione Art Déco altamente di design. Le forme slanciate investono ogni mobile della casa, evocano poi il fragoroso movimento delle macchine dell’epoca. Altro dettaglio della massima importanza: l’intarsio ricopre appunto alcuni mobili come una consolle o una scrivania.
Club chair cubica di Jean-Michel Frank
Le cosiddette poltrone Frank sono il vero must dell’Art Dèco. In particolare la club chair, paffuta e con lo schienale alto (dagli anni ’30 agli anni ’50), ora sta cedendo il passo al suo predecessore: la cubica degli anni ’20. Super confortevole, questa poltrona rivestita in pelle per non mostrare più il legno è stata disegnata da Jean-Michel Frank ed è disponibile in marrone, fulvo, rosso, nero.
Altra poltrona club anni ’20, oggi molto apprezzata dagli appassionati di vintage, è la canoa, la quale ha la particolarità di avere una struttura esterna ovale, anticamente rivestita in radica di acero. Dopo aver sedotto gli armatori e aver galleggiato sugli yacht più belli, è tornata a casa, nelle nostre dimore lounge. Le più iconiche sono in pelle color whisky e spesso rivestite in alluminio rivettato, versione navigatore o aviatore.
Il tavolo e le lampade a ventaglio di Pierre Chareau
Art Déco è soprattutto una storia di artigianato artistico, come quello del design artigiano Pierre Chareau che sosteneva “l’ammirevole bellezza dell’abitare“. Con la sua lampada Fleur creata nel 1924, il designer tratta il paralume come una scultura, composta da sei lastre di alabastro su una base di metallo ossidato e annerito. Il tavolo Fan, creato nel 1929 per la Maison de Verre, utilizza ampiamente il metallo ed è perfetta anche in contrasto con arredamenti ultramoderni.
LC1, LC2, LC3… di Le Corbusier
Lo abbiamo citato come il vero denominatore di questo stile, è lui Le Corbusier. La sedia LC1, realizzata nel 1928 da Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand, ha lo schienale basculante. Nello stesso anno viene disegnata per Maison La Roche la poltrona monoposto. Si chiama LC2 e prefigura una serie di divani a due posti poltrona (LC3), chaise longue (LC4), tavolino (LC10). Confortevoli con le loro linee sobrie ed eleganti di tubi d’acciaio e pelle, tutti i pezzi della serie LC sono diventati dei classici del design e sono ristampati in modo identico.
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