Al momento stai visualizzando Il rischio siccità causato dall’eccessivo sfruttamento agricolo

Il rischio siccità in Italia, in particolar modo durante questa estate 2022, è sempre più allarmante. Le ragioni di questa crisi idrica sono molteplici: dall’eccessivo sfruttamento delle risorse allo spreco vero e proprio.

L’agricoltura è una delle principali cause, in particolar modo in questo momento di scarsità di acqua piovana. Moltissime aziende sfruttano così le risorse idriche per l’irrigazione e questo contribuisce non poco alla diminuzione delle scorte.

Per risolvere questo problema si potrebbe sfruttare la depurazione delle acque reflue (dette anche acque di scarico), recuperandole, depurandole e re – introducendole nell’ambiente.

Le risorse idriche non sono più sufficienti alle esigenze dell’agricoltura

Si stima che nel 2018 – 2019 l’uomo abbia prelevato circa 9 miliardi di metri cubi di acqua potabile. I dati 2022 non sono ancora disponibili ufficialmente, ma di certo il prelievo sarà maggiore a causa della notevole scarsità di acqua piovana.

Da questo ne deriva il terribile scenario dei nostri fiumi prosciugati, che testimoniano l’impellenza del deficit idrico in Italia.

Altro dato scoraggiante sono le perdite all’interno della rete di distribuzione, che sono del 42 % circa. Testimonianza ancor maggiore è il razionamento idrico che viene adottato in alcuni comuni.

In questa situazione la nostra agricoltura, d’altro canto, vanta quasi 31 miliardi di Pil, a testimonianza di quanto sia fondamentale per il nostro paese la produttività dei nostri terreni e delle nostre imprese.

Siccità e nubifragi improvvisi di certo non aiutano i lavoratori, che perdono ogni anno milioni di euro di fatturato a causa della desertificazione del territorio e delle tempeste che bruciano letteralmente i raccolti.

A tutto questo si somma, quindi, l’utilizzo delle scorte idriche, in particolar modo durante questa estate, per l’irrigazione dei terreni, nel tentativo di limitare i danni.

Il risultato di queste pratiche è l’eccessivo aumento dei costi: lo sfruttamento dell’acqua potabile provoca, insieme alle perdite derivanti dai fenomeni atmosferici, un forte aumento dei costi per gli agricoltori, che si trovano di fronte a un grande bivio.

Da una parte la rinuncia ad applicare il rincaro sui prodotti, in modo da conservare i consumatori e proponendo loro un prezzo sostenibile, che li porta però a produrre in perdita.

Dall’altra l’applicazione dei rincari, con le conseguenze del caso nel portafoglio di milioni di consumatori italiani.

Le acque reflue possono contribuire a ridurre il problema?

Per combattere così la siccità si possono usare le acque reflue. Le acque reflue sono le acque di scarto derivanti dall’ambiente domestico, industriale e agricolo, che non possono essere re – introdotte nell’ambiente a causa della presenza di sostanze organiche e inorganiche che potrebbero inquinare.

Lo sfruttamento delle acque reflue in agricoltura permetterebbe la diminuzione dell’utilizzo delle scorte idriche per irrigare i campi, contribuendo così alla conservazione delle risorse potabili per altri scopi.

Per sfruttare le acque reflue, però, servono dei sistemi che le raccolgano, le depurino e le rendano disponibili come scorte per l’agricoltura.

Esistono moltissime aziende e studi che si stanno muovendo in questa direzione, con l’obiettivo di aiutare il settore agricolo e il nostro pianeta (nonché il nostro paese) a prevenire e ridurre il fenomeno della desertificazione.

A tal proposito, per avere maggiori informazioni, ti consiglio di visitare la pagina dedicata all’impianto di depurazione delle acque reflue di Dorabaltea.com. All’interno della pagina citata potrai scoprire il funzionamento di questo particolare tipo di impianto, che aiuterebbe notevolmente l’ambiente e la nostra economia, e le sue diverse applicazioni, in ambito agricolo, nonché domestico ed industriale.

An.ArredamiCasa partecipa al programma di affiliazioni di Amazon, ricevendo un guadagno dagli acquisti idonei.

Ricevi aggiornamenti sull'arredamento