L’entrata in vigore del decreto-legge n. 34 del 2020, il cosiddetto “Decreto Rilancio”, ha comportato l’introduzione di nuovi incentivi per le ristrutturazioni edilizie. Per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021, l’agevolazione (ossia la detrazione Irpef), passa dal 36% al 50%, in relazione ad un tetto di spesa massima che passa da 48mila e 96mila euro. Come spiega l’Agenzia delle Entrate attraverso il proprio sito ufficiale, la detrazione va ripartita in dieci quote annuali dello stesso importo ed è applicabile anche per chi acquista un fabbricato ad uso abitativo e intende ristrutturarlo.
Come funziona l’incentivo
Il Decreto Rilancio ha stabilito che, per le spese di ristrutturazione edilizia sostenute nel corso del 2020 e del 2021, è possibile scegliere non solo la detrazione diretta dell’IRPEF ma anche tra altre due modalità alternative di fruizione degli incentivi:
- uno sconto sul corrispettivo dovuto, per un importo massimo pari al corrispettivo; questi viene anticipato dai fornitori incaricati di eseguire gli interventi i quali, a loro volta, recuperano la somma sotto forma di credito di imposta (pari alla detrazione spettante). Il credito può essere poi ceduto ad altri soggetti, incluse le banche ed altri intermediari finanziari;
- una cessione del credito di imposta (per un ammontare di pari valore) che può essere successivamente ceduto agli istituti di credito o ad altri intermediari finanziari.
Come già accennato, l’incentivo è valido anche per chi compra un fabbricato ad uso abitativo. In particolare, la detrazione può essere richiesta per interventi restauro conservativo o di risanamento strutturale, a condizione che l’alienazione o l’assegnazione dell’immobile avvenga entro 18 mesi dalla fine dei lavori. A prescindere dal valore delle spese di ristrutturazione, la detrazione va calcolata su un importo forfetario, pari al 25% del prezzo di vendita (IVA inclusa), e anche in tal caso deve essere divisa in dieci quote annuali
Per quali lavori è previsto il bonus
Gli incentivi per la ristrutturazione possono essere richiesti per i seguenti interventi:
- manutenzione straordinaria delle singole unità abitative e manutenzione ordinaria delle parti comuni;
- ricostruzione o ripristino a seguito di eventi calamitosi;
- eliminazione delle barriere architettoniche;
- interventi per favorire la mobilità esterna ed interna;
- bonifica dell’amianto e per la prevenzione degli infortuni domestici;
- cablatura e sostituzione del gruppo elettrogeno;
- spese professionali per la progettazione, eventuali perizie tecniche e sopralluoghi
A chi spetta l’incentivo
I soggetti che possono beneficiare delle agevolazioni previste dal Decreto Rilancio sono:
- il proprietario (o nudo proprietario) dell’immobile;
- il soggetto che gode di un diritto reale;
- l’inquilino o il comodatario.
Possono accedere al bonus anche familiari e conviventi dei soggetti sopra indicati, a patto di poter dimostrare le spese sostenute tramite fatture o bonifici.
Come stimare l’importo dell’incentivo
È possibile avere una stima approssimativa dell’ammontare dell’agevolazione sulla base di un accurato preventivo degli interventi. Nel caso si tratti di una ristrutturazione radicali, è necessario rivolgersi a figure specializzate e professionisti del settore; l’ampiezza dei lavori necessari viene valutata a partire dalla planimetria del fabbricato, il disegno tecnico che riporta (in scala) la ripartizione degli ambienti interni e la loro destinazione.
Si tratta di un documento piuttosto semplice da ottenere: è possibile richiedere la planimetria della casa tanto al Catasto quanto a portali online specializzati come Ivisura. Il documento consente, assieme ad un sopralluogo, di avere un’idea di quali siano le strutture sulle quali intervenire, con le relative metrature.
Gli interventi di ristrutturazione o rifacimento, infatti, vengono preventivati per metro quadro e variano a seconda dell’opera muraria sulla quale saranno implementati. I muri divisori, ad esempio, possono essere abbattuti, a differenza di quelli portanti; di conseguenza, i costi di ristrutturazione sono diversi da quelli per il solo abbattimento: questi fattori contribuiscono a definire il preventivo dei costi da sostenere, rispetto ai quali fare una stima dell’ammontare dell’incentivo.
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