Al momento stai visualizzando Come trasformare il soggiorno in un angolo di design con un camino a bioetanolo senza canna fumaria

Ci sono soggiorni che hanno tutto: divano giusto, tappeto ben scelto, luci calde al punto giusto. Eppure, quando ci entri, senti che manca qualcosa. È come se alla stanza mancasse una frase finale, un punto esclamativo. Molto spesso quel “pezzo mancante” ha la forma di una fiamma.

Per anni il camino è rimasto un sogno da casa di campagna o da villa con canna fumaria. Chi vive in appartamento, o in una casa già finita, si è sentito ripetere sempre la stessa frase: “qui un camino non si può mettere”. Oggi non è più così: esistono i camini a bioetanolo, pensati proprio per chi vuole un angolo scenografico senza aprire muri, senza permessi, senza cantieri.

Il caminetto bioetanolo è un oggetto nato per gli interni contemporanei. Brucia bioetanolo, un alcol di origine vegetale, produce una fiamma vera, visibile, ma non genera fumo e non richiede canna fumaria. Non ci sono ceppi da accendere, non ci sono residui da pulire il giorno dopo, non c’è quella patina di fuliggine che costringe a nascondere il camino dietro un vetro sporco.

La cosa interessante è che i camini bioetanolo non sono tutti uguali. C’è il modello compatto che appoggi su una consolle, quello lineare che corre per un metro sottile alla base della parete, quello incassato nel cartongesso che sembra disegnato dall’architetto insieme alla casa. In un soggiorno moderno, un camino a bioetanolo può vivere sotto la TV, integrato in una parete attrezzata, oppure da solo, al centro di una nicchia che diventa quadro luminoso.

Chi progetta interni sa bene che il focus visivo conta quanto il colore delle pareti. Senza un punto forte, anche il salotto meglio arredato rischia di sembrare anonimo. Inserire un caminetto a bioetanolo significa creare una gerarchia: c’è un luogo in cui ci si siede, ci si ferma, ci si racconta la giornata, e quel luogo è segnato dal movimento della fiamma. Non è un dettaglio decorativo, è un piccolo rituale domestico.

La forza di questi caminetti sta nella semplicità. Niente opere murarie pesanti, niente interventi strutturali, niente mesi di cantiere. Molti modelli nascono già pronti per essere incassati in pareti in cartongesso o in mobili su misura, altri sono autoportanti e si comportano come un mobile in più, da posizionare e collegare alle indicazioni del produttore. Il tema della sicurezza, che è sempre il primo pensiero di chi si avvicina al bioetanolo, è gestito dai sistemi di bruciatori moderni e dalle distanze minime da rispettare: bastano poche regole, spiegate dal rivenditore o dall’installatore, per usarli in tranquillità.

Per chi sta ristrutturando o sta progettando un nuovo soggiorno, ha senso guardare con attenzione alle soluzioni di fascia professionale. Un brand come MaisonFire, ad esempio, ha costruito negli anni un catalogo specifico di camini bioetanolo dedicati all’arredo, con modelli pensati per l’incasso, per pareti lineari, per soluzioni freestanding e per progetti su misura. Una panoramica di modelli la si può esplorare direttamente a partire da un camino bioetanolo selezionato come riferimento, per farsi un’idea di come cambia l’effetto in base alla forma, alle dimensioni e al contesto in cui viene inserito.

L’aspetto interessante, soprattutto per chi vive l’arredamento come espressione personale, è che il camino diventa una firma. C’è chi lo vuole sottilissimo e minimale, quasi una linea tracciata a matita sulla parete, e chi preferisce un caminetto bioetanolo più importante, con cornici, rivestimenti, materiali che dialogano con il resto della casa. In entrambi i casi, il principio è trasformare un soggiorno corretto, ordinato, ma un po’ muto, in un ambiente che ha una propria voce.

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